Sondaggio 2020 sui bisogni sociali culturali e psicologici della nostra comunità brontese

Il presente sondaggio nasce dall’idea di tre giovani psicologi, il Dott. Mario Mancani e le Dott.sse Chiara Immormino e Alice Valeria Attinà, con l’intento di promuovere un’indagine conoscitiva, per comprendere quali siano le necessità percepite da coloro che vivono a Bronte, al fine di supportare la programmazione e la successiva realizzazione di attività a sostegno del territorio.

È stato creato un questionario, anonimo, a risposta multipla, che indagava determinate aree: bisogni sociali del territorio, disabilità, disagio socio-economico, persone anziane o non auto-sufficienti, infanzia, pre-adolescenza e adolescenza, multietnicità e multiculturalità, dipendenze, servizi territorio, attività culturali e bisogni psicologici. Il questionario creato ad hoc è stato diffuso on line attraverso google docs. La raccolta è stata avviata all’inizio di luglio e si è conclusa a fine agosto. Hanno partecipato 232 persone di cui il 73% donne e il 27% uomini, la fascia d’età maggiormente rappresentativa è compresa tra i 20 e i 39 anni (vedi immagine 1), e in media il nucleo familiare è composto da 3,5 persone di cui il 36% ha figli a carico, il 7% ha persone anziane o non auto sufficienti nel nucleo familiare e il 10% ha persone con disabilità. 

La percezione che si ha del territorio non è ottimale, infatti il 90% del campione ritiene che ci sia una presenza di persone/famiglie con disagio socio-economico, il 49% che ci sia un problema legato all’integrazione degli stranieri, l’88% che ci siano persone anziane, non auto sufficienti e disabili che necessitano assistenza, l’85% che ci sia una presenza di nuclei familiari che necessitano di servizi per l’infanzia, il 62% evidenzia un problema legato al disagio giovanile ed alla dispersione scolastica dei ragazzi, l’81% ritiene che ci sia la presenza di un problema legato a dipendenze patologiche (alcol, sostanze stupefacenti, ludopatie, tecnologia) ed infine l’88% identifica la necessità di garantire un supporto psicologico nel territorio.

Di seguito indicheremo le prime cinque scelte per ogni area analizzata.

Tra le possibili soluzioni rivolte alle persone anziane o non autosufficienti il 55,2% del campione ha indicato l’assistenza domiciliare “leggera” (aiuto nell’accudimento della persona e nella gestione del quotidiano), il 28,9% la creazione di centri diurni con assistenza e attività ricreative, il 27,6% il trasporto/accompagnamento, il 20,7% il supporto per le pulizie, la cucina e la spesa, il 18,1% la realizzazione di attività a supporto dei cargiver.

In ambito di disabilità, il 32,3% ha evidenziato la necessità di inclusione sociale, il 25% l’inclusione lavorativa, il 22,8% la creazione di attività per il tempo libero, il 22,4% l’assistenza domiciliare “leggera” (aiuto nell’accudimento della persona e nella gestione del quotidiano), il 18,1% la realizzazione di realtà sportive per disabili.

Per fronteggiare il disagio socio-economico, il 50,9% ritiene utile realizzare progetti di formazione e orientamento per il reinserimento lavorativo, il 34,9% indica la necessità di reinserire a livello lavorativo gli over 50, il 27,6% indica la necessità di sostegno economico/sussidi, il 21,1% consiglia la realizzazione di tutor familiari/sportelli famiglie dove poter chiedere aiuto e ricevere consigli nello scegliere le migliori soluzioni, il 17,7% crede che sia importante puntare sull’accrescimento culturale.

Per quanto concerne l’area dell’infanzia, il 29,7% pensa sia utile un supporto alla genitorialità, il 22,4% indica nidi ed asili a costi accessibili, il 21,1% richiede interventi che vadano a conciliare la famiglia con il lavoro, il 20,7% del campione evidenzia la necessità di una maggior offerta pedagogico-formativa extrascolastica con aiuto nei compiti pomeridiani (17,7%).

Per supportare i bisogni della preadolescenza ed adolescenza le prime cinque scelte del campione sono: attività extrascolastiche indirizzate al coinvolgimento dei ragazzi a rischio (51,3%), percorsi con le famiglie con ragazzi a rischio (28%), orientamento lavorativo (27,2%), volontariato giovanile (22,4%), percorsi con le scuole per ragazzi a rischio (19,8%).

Le cinque principali scelte in ambito di multietnicità e multiculturalità sono state: la creazione di laboratori interculturali (27,6%), l’inclusione lavorativa (25,4%), la creazione di servizi educativi di prevenzione del razzismo (21,1%), di corsi di italiano (19%), e di corsi di educazione civica, non solo per gli stranieri ma anche per gli italiani, (14,2%).

Per fronteggiare il problema delle dipendenze, il 51,3% del campione pensa sia utile la realizzazione di attività di sensibilizzazione per ragazzi, il 37,5% la creazione di sportelli di supporto psicologico, il 27,2% richiede assistenza per i casi patologici, il 22,4% indica la creazione di percorsi a scuola e nei centri educativi permanenti, il 20,7% sostiene l’importanza di coinvolgere, nella prevenzione, Bar, tabaccherie e altri luoghi di vendita prodotti a rischio.

Il 37,1% degli intervistati sostiene che bisogna migliorare la mobilità all’interno del paese e tra i paesi (collegamento intra ed extra urbano), il 36,6% chiede di ampliare gli spazi verdi ed accessibili ai cittadini, il 27,2% di creare infrastrutture per la mobilità “dolce” (marciapiedi larghi, piste ciclabili, etc.), il 24,6% suggerisce di valorizzare gli edifici abbandonati del paese, e al quinto posto (22,8%) troviamo le attività sportive e di valorizzazione del territorio (escursioni, etc.).

La valutazione di quanto fatto in passato, a livello di attività culturali, non supera la sufficienza.

Per aumentare la qualità delle attività culturali è auspicabile implementare alcune attività, tra cui: concerti ed attività musicali (37,1%), laboratori culturali per ragazzi (36,2%), spettacoli teatrali (30,6%), manifestazioni di piazza (25,4%) e laboratori culturali per bambini (22,4%).

In ambito psicologico, i principali bisogni indicati dal campione riguardano la realizzazione di:

  • un centro di ascolto psicologico (59,9%);
  • giornate di sensibilizzazione sul benessere psicologico (37,1%);
  • un centro di supporto psicologico dedicato ai malati di tumore (psiconcologia) (29,3%);
  • un pronto soccorso psicologico (25,9%);
  • un servizio psicologico a domicilio (25,4%).

Concludendo, ringraziamo coloro che hanno partecipato a questo sondaggio che vorremmo proporre ogni anno per valutare eventuali cambiamenti o meno. 

Per quanto concerne il nostro ambito, vorremmo realizzare diversi progetti, tra cui il centro di ascolto psicologico e le giornate di sensibilizzazione, che possano avvicinare la popolazione alla psicologia andando a confutare lo stereotipo che sia un ambito dedicato ai “pazzi” ma una disciplina dedicata a chi vuole prendersi cura di sé.