La parola è legata alla mitologia greca, in particolare al «Dio Pan», metà uomo e metà caprone: egli spuntava all’improvviso suscitando un terrore immediato per poi scomparire velocemente.

Chi ne era vittima non riusciva a spiegare cosa fosse successo e faceva fatica a gestire la forte emozione negativa provata.

L’attacco di panico

Il panico è uno stato emozionale sia qualitativamente che quantitativamente differente dall’ansia; è un brusco aumento dell’intensità della paura/ansia, in assenza di un reale pericolo, che raggiunge il picco in poco tempo ed ha breve durata (di solito meno di 10 minuti).

Disturbo di panico

Secondo il DSM 5 è caratterizzato da frequenti attacchi di panico dove si possono manifestare almeno 4 dei seguenti sintomi:

  • Palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia;
  • Sudorazione;
  • Tremori fini o a grandi scosse;
  • Dispnea o sensazione di soffocamento;
  • Sensazione di asfissia;
  • Dolore o fastidio al petto;
  • Nausea o disturbi addominali;
  • Sensazioni di vertigine o di svenimento;
  • Brividi o vampate di calore;
  • Parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio);
  • Derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da sé stessi);
  • Paura di perdere il controllo;
  • Paura di morire

Alcune reazioni

Rimugino: pensiero continuo (non ossessivo) accompagnato da una scarsa pianificazione per far fronte al problema;

Evitamento: modalità mentale e comportamentale che spinge a tenersi lontano da situazioni in cui l’attacco di panico si è precedentemente verificato o in cui la persona sovrastima la possibilità che possa verificarsi in futuro; oppure queste situazioni vengono affrontate solo se accompagnati da qualcuno;

Il disagio generato dagli attacchi di panico è spesso accompagnato da vergogna e timore di essere visti come deboli e vulnerabili e ciò comporta cambiamento significativo della vita.

Modello circolo vizioso del panico (Clark,1986-Wells,1997)

Uno stimolo, interno o esterno, scatenante viene percepito come minaccioso e attiva le sensazioni somatiche del panico (dolore al petto, palpitazioni, nausea, tremore, mancanza d’aria, iperventilazione, etc.), seguite da una interpretazione catastrofica delle sensazioni fisiche e mentali che accompagnano preoccupazioni come «Mi sta venendo un infarto?». Ciò aumenta la preoccupazione ed allo stesso tempo le sensazioni somatiche fino a causare un vero e proprio attacco di panico. Se si mette in atto l’evitamento o una serie di comportamenti protettivi, le manifestazioni negative diminuiranno con una conseguente cronicizzazione dell’ansia.

Il panico può spaventare cos’ tanto da diventare oggetto di preoccupazione anticipatoria ovvero temere di avere nuovi attacchi di panico.

L’iperventilazione

Peggiora i sintomi che si provano durante gli attacchi di panico;

È necessario che nell’organismo vi sia un equilibrio tra l’ossigeno e l’anidride carbonica;Il respirare con frequenza e/o profondità eccessiva rispetto ai bisogni dell’organismo porta ad avere troppo ossigeno e poca anidride carbonica causando sintomi di mancanza d’aria, testa leggera, stordimento, irrealtà, confusione, tachicardia;

Importante controllare la respirazione attraverso la tecnica del respiro lento.

Agorafobia

E’ la paura di trovarsi in situazioni o luoghi dai quali può essere difficile, o imbarazzante, allontanarsi, oppure nei quali non si troverebbe aiuto in caso di improvviso attacco di panico;

E’ una strategia di adattamento al panico che però riduce l’autonomia e fa rinunciare ad attività quotidiane piacevoli o utili per sé.

Trattamento

Psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale;

Tecniche di rilassamento;

Interventi self-help;

Psicoeducazione: consiste in una parte iniziale puramente teorica-informativa e, successivamente, in una parte specificatamente esperienziale di sviluppo delle abilità, volta all’acquisizione di competenze e al potenziamento delle risorse.

Morte da panico?

In letteratura non risulta che qualcuno sia mai morto per un attacco di panico smentendo così quel sintomo che è la sensazione di morire.